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Equitazione
Ciò che contraddistingue i Templari è la CAVALLERIA.
Il cavallo non è solo un mezzo di trasporto per i Templari, ma è un prezioso compagno e valido alleato in battaglia. Importante è conoscere bene la propria cavalcatura e rispettarla. Il nostro cavallo nel mezzo di un assalto, potrebbe salvarci la vita. Ben poco infatti si può fare contro una carica a cavallo. Agile e veloce questo animale avvantaggia il Cavaliere che lo monta rispetto a un nemico a piedi.
Dovete guadagnarvi anche la sua fiducia, in modo che non esiterà mai a fare ciò che voi gli chiederete di fare, specie durante un combattimento: ricordatevi sempre che la reazione istintiva di un cavallo al pericolo è la fuga, e il vostro destriero deve vincere l’istinto per ubbidire ai vostri segnali.
Pertanto vi esorto a prendere confidenza con lui, normalmente negli attimi di sosta è buona cosa accarezzarne il collo se si è in sella o il muso vicino alle narici se non si è ancora montati. Allo stesso tempo dovrete imparare a farvi rispettare a non averne paura, poiché questo animale è molto sensibile e percepisce i cambiamenti di umore e le vostre insicurezze. Quindi ora più che mai dovrete controllare le vostre emozioni.
Se lo trattate come un compagno lui vi donerà fiducia ed amore.
Il
Cavallo
Igiene del
Cavallo
La cura del proprio cavallo è importantissima, il pelo del cavallo va pulito regolarmente, con apposito attrezzo simile a una spazzola, ma in ferro, chiamato STRIGLIA. . La striglia serve per asportare le sporcizie che si sono accumulate tra i peli. Va usata contropelo e solo sulle parti carnose dell'animale. Dopo aver strigliato il pelo del cavallo si passa a pulirlo con una spazzola di setole, di crini o di saggina, di forma generalmente ovale e dotata di una cinghia in cui viene introdotta la mano, che serve per pulire il pelo del cavallo, togliendo la sporcizia precedentemente rimossa con la striglia. Il pelo deve essere ben lucido, liscio e vigoroso. Per ottenere questo risultato bisogna strigliare il cavallo regolarmente ogni giorno. Utilizzate una striglia per togliere la sporcizia. Spazzolate molto vigorosamente nel senso del pelo al fine di stimolare la circolazione: ciò è necessario per avere un mantello sano. Utilizzate la spazzola dura su tutto il corpo. Poi utilizzate una spazzola più morbida per la testa, parte più sensibile, come pure per togliere le particelle fini che tengono incollato il mantello. Per strigliare la criniera e la coda sarà necessaria una spazzola dura per sbrogliare i crini. Terminate il lavoro con un pettine. Infine strofinate il cavallo con un panno appropriato al fine di rendere il mantello lucido
Sellare il
Cavallo
Come sellare il cavallo:
* Mettetevi alla sinistra del cavallo;
* ponete il sottosella in avanti oltre il garrese, disposto in modo che penda alla stessa altezza sia a destra che a sinistra, ricordandovi che la sella non deve essere posizionata ne troppo in avanti sul garrese, ne troppo indietro sulle reni. Può essere un buon riferimento allineare la parte anteriore del sottosella a metà spalla del cavallo;
* sollevate la sella verso il cavallo sufficientemente in alto per non spostare il sottosella e avendo dapprima posizionato la staffa destra appesa al pomolo ed il sottopancia sul seggio,
* appoggiate delicatamente la sella sul cavallo centrandola sul sottosella;
* portatevi alla destra del cavallo e risistemate tutte le parti della sella, preoccupandovi di sollevare la coperta nell'arco della sella stessa;
* ritornate a sinistra e posizionate la staffa sul corno per ricordarvi che il sottopancia non è tirato sufficientemente;
* fate passare due/tre volte la cinghia nella fibbia del sottopancia e nell'anello della sella tirando moderatamente;
* assicurate in modo adeguato la cinghia nella fibbia solo dopo che avrete fatto fare qualche passo al cavallo. Come al solito la giusta tensione sta nel mezzo, ne troppo ne poco.
* NB: Evitare le selle che hanno la parte davanti del seggio notevolmente inclinata perché tendono a spingere il cavaliere verso la paletta, il che compromette ulteriormente l'assetto del cavaliere. E' preferibile usare un sottopancia munito di anelli con fibbia ad ogni estremità.
In breve:
* Per prima cosa mettetegli le briglie, prendete la sella e poggiatela sul groppone del cavallo.
Legate la sella tramite le apposite cinghie (sottopancia) situate sotto la pancia del cavallo.
* Assicuratevi che sia ben stretta, per non rischiare che la sella scivoli di lato ma che però non dia particolari fastidi all'animale.
* Controllate l’altezza delle staffe, che devono essere simmetriche e della misura più adatta al cavaliere. La prima volta fate delle prove, tramite le apposite cinghie che le collegano alla sella, mettendo la punta delle dita sull’attacco degli staffili e portando le staffe verso la vostra ascella. Tenete conto che nel mettere il piede nella staffa, il ginocchio deve restare piegato, consentendo di far forza per salire.
* Fatto questo il cavallo può essere montato.
Cavalcare
La prima volta che sale su un cavallo l’adrenalina sicuramente aumenta facendoci provare insieme timore e forza, poi presa confidenza con l’animale ci accorgiamo che su di esso la visuale di ciò che ci circonda è diversa, ed avremmo voglia di conoscere queste nuove emozioni.
Montare in sella:
*Passate le briglie sopra la testa del cavallo lasciandole ricadere sul dorso.
*Ponetevi al fianco dell’animale che vi risulta più comodo per salirvi, in genere per i destri è la destra e per i mancini la sinistra, ma la scelta dipende da quale la gamba su cui fate più forza poiché sarà quella a darvi lo slancio per salire. (Per i cavalieri più esperti in genere non fa differenza).
*Ora siete vicino alla sella e avete la mano più vicina al collo dell’animale sopra di esso, vicino al garrese su cui poggiano ora le redini, appoggiatela in modo da potervi fare forza, se volete potete anche aiutarvi stringendo la criniera, ma sarebbe meglio di no per non ferire l’animale o fargli del male.
*Ora infilate il piede corrispettivo alla mano che state usando nella staffa , il ginocchio ora sarà piegato, indi datevi uno slancio verso l’alto facendo forza sul piede e usando come appiglio o come appoggio la mano.
*Mentre fate questo eseguite una mezza torsione del busto passando l’altra gamba sul dorso del cavallo fino a portarla dall’altra parte a infilarsi nella staffa.
Esempio:
+ portandosi al fianco sinistro del cavallo, prende le redini facendole passare sul collo dell’animale e le tiene ferme con la mano sinistra sul collo tenendo fermo il cavallo. La mano destra va a posarsi al centro della sella per aiutar ad issare la gamba destra. Il piede sinistro, viene posto nella relativa staffa.
+ si da lo slancio issando la gamba destra, e con una mezza torsione del busto la accompagna oltre il dorso dell'animale, per poi infilare anche il piede destro nella relativa staffa, salendo cosi in sella.
Assetto:
*Quando siete a cavallo l’assetto è la cosa più importate, quindi ricordatevi:
*Talloni in basso e punte in alto; - Testa e busto eretti, spalle indietro;
*Reni morbidi ma non troppo. Le gambe dovranno avere dalla coscia fino alle ginocchia, il contatto con la sella mentre i polpacci saranno quelli che permetteranno la guida del cavallo in avanti;
*Braccia e gomiti vicini al busto con la prosecuzione degli avambracci in linea retta con il morso;
*Mani ferme sulle redini e morbide con il morso (ricordatevi che la bocca del cavallo è delicata). Pollici in alto, polsi ai lati leggermente arcuati e posti all’altezza del garrese.
*Ricordatevi che con la pressione delle gambe si accelera l’andatura, con le redini la si regola, ma non usarle mai in modo improprio. Tirandole eccessivamente per fermarsi, si ha l’effetto contrario (il cavallo quando prova fastidio e dolore tende a scappare) quindi, per fermarsi sarà sufficiente fare una leggera pressione sul morso, piegandosi indietro tenendo le redini e ritornando una volta ottenuto il risultato voluto, alla precedente posizione.
Si parte:
Ora potete prendere le redini tenendole ben strette, una in ogni mano per ora, per evitare che il cavallo decida di muoversi senza vostro consenso.
Attraverso le redini collegate al morso , il movimento delle mani e la pressione dei talloni sui fianchi avrete modo di indirizzare il vostro cavallo a
piacimento.
Per partire basterà che diate un colpo deciso con i talloni ai fianchi del cavallo, magari incitandolo con la voce, tenete rilassate le mani davanti a voi ed equidistanti di una larghezza pari a quella delle vostre spalle, non tirate le redini.
(Nel medioevo non esistevano gli speroni, poiché inventati dagli Americani. Come saprete, l'America fu scoperta solo nel 1492 da Cristoforo Colombo)
Per fermare il cavallo dovrete solo spostare il peso del vostro corpo all’indietro e contemporaneamente tirare tutte e due le redini senza strappi e puntare i piedi in avanti spingendo sulle staffe. La misura di forza che dovete impiegare per fermare il destriero, variano di cavallo in cavallo, pertanto vi consiglio di iniziare piano e di aumentare finché non otterrete il risultato desiderato.
Per indirizzare il cavallo si usano le briglie collegate al morso. Anche adesso dovrete usare decisione e forza, ma quest'ultima non deve essere eccessiva , poichè la bocca del cavallo è molto delicata,da trattare con delicatezza. Se riuscirete a far capire al cavallo chi è che comanda, basterà una semplice pressione per fargli fare ciò che volete.
Se vorrete voltare a destra non dovrete far altro che tendere la redine di destra verso l’esterno e lasciare rilassata la redine di sinistra. Allo stesso tempo portare il tallone destro a contatto con il fianco del cavallo senza forza.
Se vorrete voltare a sinistra, dovrete invece tendere la redine di di sinistra rilasciando lievemente la redine destra, e portare il tallone sinistro a contatto del fianco sinistro del cavallo, ovviamente senza forzare.
Indirizzare il cavallo con una mano sola vi sarà utile in battaglia perché vi permetterà di impugnare con l’altra un’arma mentre lo scudo può essere tranquillamente fissato all’avambraccio che tiene le redini… per i destri dunque conviene tenere le redini con la sinistra.
Esempio:
+ sposta la mano che tiene le redini verso sinistra, aumentando la pressione della gamba sinistra contro il fianco del suo destriero
+ //il destriero gira verso sinistra, ubbidendo ai segnali del suo cavaliere.
+ sposta la mano che tiene le redini verso destra, aumentando la pressione della gamba destra contro il fianco del suo destriero.
+ //il destriero gira verso destra, ubbidendo ai segnali del suo cavaliere.
La salita:
Il modo migliore per salire su un pendio (ad esempio il versante di una collina) è non di traverso ma seguendo il verso della pendenza e al passo. Spostate il peso del corpo in avanti mantenendo la schiena eretta e non tirando le redini ma accorciando la distanza fra le vostre mani e il morso.
Per scendere si procede nello stesso modo in cui si è saliti, seguendo la pendenza e non di traverso, spostate sempre il peso del corpo in avanti, tenete saldamente le redini per dare ulteriore sostegno al cavallo e impedire che accelleri troppo nella discesa.
Esempio:
+ da un colpo di talloni ai fianchi del proprio Destriero, allentando leggermente le redini, per farlo partire al passo, poi stringe energicamente le ginocchia, spostando il proprio peso in avanti, facendo poi scivolare le mani sulle redini più vicino al morso
+ // Il Destriero si mette in movimento, affrontando la discesa con cautela e procede lentamente, stando attento a dove appoggia gli zoccoli ferrati.
Andature del
Cavallo
(passo, trotto e galoppo)
Passo: Ovvero l'andatura più lenta del cavallo, possiamo paragonarlo al nostro "camminare".
+ dà un leggero colpo con talloni ai fianchi del destriero e allenta di poco le redini
+ //Il destriero parte al passo
Trotto: Possiamo aumentare l’andatura spronando il cavallo con un colpo di talloni più preciso e passare ad un’andatura più briosa: il trotto
+ dando a sua volta un deciso colpo di talloni nei fianchi del destriero allenta le redini
+ //il Destriero passa al trotto, nitrendo rumorsamente, gli zoccoli dell'animale sembrano soltanto sfiorare il terreno
Il trotto dà qualche scossone al cavaliere, se non trova il ritmo giusto, assecondando il movimento del cavallo.
Galoppo: Per lanciare il cavallo al galoppo non dovete far altro che dare un colpo secco con i talloni, incitarlo con la voce e spronarlo ripetutamente. Tenete presente che il galoppo non è altro di una serie di piccoli salti, pertanto dovete seguirne il ritmo anche con le redini, per dare spazio al movimento della testa del vostro destriero.
+ dà un energico colpo di talloni ai fianchi di Anteras, allentando contemporaneamente le redini.... "Vai, Anteras!" esclama con voce squillante
+ // sgroppando giocosamente, Anteras parte al galoppo.
+ asseconda i movimenti del cavallo indi si china ancora più in avanti, per agevolare i movimenti del destriero.
Scendere da cavallo:
Per scendere da cavallo dovrete togliere un piede dalla staffa facendo leva sull’altro, eseguire una mezza torsione del busto e passare la gamba sopra il dorso del cavallo, indi facendo forza sulle mani che precedentemente avevate appoggiato alla base del collo dell’animale o sul davanti della sella, lasciarvi scivolare lungo il fianco del cavallo.
+ toglie il piede destro dalla staffa e, piegandosi in avanti e ruotando il busto, passa la gamba sopra la schiena di Anteras, appoggiandosi sul davanti della sella, si lascia scivolare lungo il fianco sinistro del destriero, togliendo poi anche il piede sinistro dalla staffa
+ porta le redini sopra la testa del cavallo, in avanti, per poi porgerle allo scudiero accorso per prendersi cura del cavallo
Operazioni che portano al riposo del cavallo:
Queste operazioni servono quando si vuole lasciare il cavallo libero, o perché deve essere rimesso nelle stalle, o per lasciarlo al pascolo.
*Slacciare la cinghia della sella.
*Togliere la sella e appoggiarla a terra, se siete all'aperto, o ad una trave.
*Procedere con la strigliatura del cavallo, con apposite spazzole.Massaggiate bene con le spazzole sui muscoli stanchi e ricordate che non dovete mai strigliare contropelo.
La sella non ha bisogno di particolari cure, escludendo una bella pulita Ricordate che la sella, come le briglie, sono fatte in pelle. Quindi dovrete lavarle con un panno umido e non con l'acqua.
Dopo averla lavata, assicuratevi che sia ben asciutta, per evitare che nasca della muffa o cose simili.
*Finite tutte le operazioni di cura, portate il cavallo nel suo spazio, nel caso vi troviate nelle prossimità delle scuderie.
*Una volta lì, potete togliergli le briglie.Se siete invece all'aperto, lo liberate solo nel caso in cui non possa andare lontano, altrimenti tenetelo legato.
Il cibo:
I Cavalli mangiano la biada, un foraggio di rapido accesso e di facile conservazione. Se siete al pascolo col cavallo, cosa preferibile, il cavallo cercherà da solo il suo cibo. Evitare il fieno, poiché spesso contiene muffe o altri funghi dannosi. Una volta tolto il morso al cavallo, quando lo mettete a risposo potete dargli per ringraziarlo una mezza mela, una carota, un ortaggio o un frutto insomma.
Note di riepilogo:
Quando s'inizia a salire su un cavallo, soprattutto le prime volte bisogna ricordarsi che sotto di noi, vi è un'animale vivo con un proprio carattere, con pregi e difetti, dovuti alla doma ricevuta o acquisita nel tempo, che può essere sottomesso ma che non si sente dipendente dall'uomo, ed avverte sicurezze ed incertezze di chi lo monta.
Ricordiamoci che abbiamo degli aiuti naturali ed anche alcuni artificiali per guidarlo. Una volta trovata la sicurezza nella stabilità, sarà questa che ci permetterà di far percepire al cavallo i comandi in maniera ottimale. Le gambe sono importanti e danno l'impulso al cavallo per il movimento, ma non devono essere usate eccessivamente ed in maniera scoordinata altrimenti il risultato è di infastidirlo e disorientarlo con comandi sbagliati e soprattutto, queste devono essere coordinate con i movimenti delle mani che tengono le redini. Se si vuole girare a destra, si deve avviare il cavallo accostando la gamba destra al sottopancia accompagnando il movimento con il tiro leggero della redine destra,mentre la gamba sinistra, cioè quella esterna ,arretra leggermente per indicare al cavallo la direzione da prendere, e viceversa a sinistra. Le mani che tengono le redini devono percepire il morso in maniera leggera per non infastidire la bocca del cavallo. Il contatto giusto si mantiene sapendo lasciare e tirare il tutto con delicatezza. Anche i comandi a voce dati al cavallo sono importanti. I cavalli sotto addestramento vengono educati anche con richiami sonori, che poi non dimenticano più, il saperli può facilitare il movimento o l'arresto dell'animale, evitando di esagerare con i comandi corporei.
Il cavallo nel bellico comporta due vantaggi: impatto nello scontro, e velocità. Tuttavia, a seconda della bardatura o meno, l'uso del cavallo, comporta pregi e difetti, di seguito illustrati:
Le azioni di base per il combattimento a cavallo sono 3 o 4 a seconda della presenza della bardatura o meno.
Con bardatura:
1. Assetto: specifica della bardatura e delle parti protette del cavallo, nella descrizione dell'assetto del cavaliere in sella.
2. Armamento: specifica dell'armamento del cavaliere e di quella con cui il cavaliere tenterà di portare l'impatto.
3. Andatura: avvicinamento e specifica dell' obiettivo dell'attacco con descrizione del modo con cui si guida il cavallo a raggiungerlo.
4. Impatto: tentativo di colpo e descrizione del modo con cui lo si porta.
Pregi: protezione anche completa del cavallo che diventa praticamente non feribile da vicino.
Difetti: la lentezza che lo rende comunque esposto a scontri e impatti destabilizzanti portati da armi opportune.
Senza bardatura [Sia del Cavallo che del Cavaliere che indossa al massimo solo una cotta di maglia e un elmo di cuoio protettivo]
1. Armamento: specifica dell'arma del cavaliere.
2. Andatura: avvicinamento e specifica dell' obiettivo dell'attacco con descrizione del modo con cui si guida il cavallo a raggiungerlo.
3. Impatto: tentativo di colpo e descrizione del modo con cui lo si porta.
Pregio: la velocità che comporta di conseguenza un impatto, raggiunto l'obbiettivo, molto superiore. Difficile la fuga se appiedati. La velocità, oltre ad abbreviare l'attacco, comporta una maggiore difficoltà di mira e di esecuzione dell'impatto da parte dell'avversario: un cavallo in corsa, e libero nei movimenti, riduce l'impatto, in quanto riduce la possibilità di mira e assesto del colpo.
Difetto: il cavallo può essere colpito con l'uso della lancia e se si arriva a uno scontro diretto, subire colpi da taglio, qualora si sia davanti a un'estrema precisione descrittiva. Può altresì essere ferito dalle frecce e dai dardi.
Documento
Aggiuntivo di
Equitazione
(si ringrazia Elentarie)
Il
cavallo non è solo lo strumento con cui andiamo in giro, ci divertiamo,
o combattiamo.
Esso
è prima di tutto un essere vivente con un'intelligenza e sentimenti
propri; deve avere da parte nostra il massimo rispetto, poiché ci porta
sulla schiena e obbedisce a tutti i nostri comandi.
Se
sapremo entrare in sintonia con lui e conquistarci il suo rispetto,
trattandolo con amore e dimostrandogli che non gli faremo mai del male,
acquisterà fiducia nei
nostri confronti e ci obbedirà volentieri, contento di avere qualcuno
che si prende cura di lui.
Il
modo migliore di comportarsi con un cavallo non è imporsi con la
violenza, né ,la forza bruta; se usiamo la forza il cavallo ricambierà
con la stessa moneta... e chi credete che vinca in uno scontro di forze
tra un uomo che pesa anche 100 kg e un animale che ne pesa come minimo
400/450?
Il
trucco è avere un atteggiamento deciso in ogni cosa che lo riguarda,
sia che lo cavalchiamo, sia che lo puliamo o gli diamo da mangiare. Il
cavallo, animale preda per natura da migliaia di anni, non ha bisogno
che gli diamo del cibo, poiché lo può trovare nel primo prato che
attraversa. Ha bisogno di sicurezza, e se noi sapremo dargliela
ricambierà seguendoci ovunque, anche nei posti in cui normalmente
proverebbe paura.
Andremo
ora ad esaminare le cose da sapere per montare a cavallo, smontare e
prenderci cura di lui.
1.
SELLA e BRIGLIE
2.
PARTIRE, VOLTARE E FERMARSI
3.
PASSO
4.
TROTTO
5.
GALOPPO
6.
TRUCCHETTI del
MESTIERE
7.
DOPO il LAVORO
SELLA
e BRIGLIE
La
prima cosa da fare per montare a cavallo è mettergli
la testiera, che è quell'incrocio di cinghie di cuoio che
vediamo sul muso del cavallo, cui sono attaccate le redini, che sono
quelle lunghe strisce che sono collegate al morso nella bocca del
cavallo e che vengono tenute in mano dal cavaliere.
Prima
di tutto le redini vanno fatte passare sul collo del cavallo e fatte
scendere sul garrese (l'osso che possiamo individuare tra la base del
collo del cavallo e l'inizio del suo dorso, per intenderci), in modo
che, se per qualche motivo esso si sposta possiamo comunque tenerlo
sotto controllo.
Dopo
di ciò, ci porremo alla
sinistra del cavallo, con la mano destra stringeremo la testiera e con
la sinistra infileremo il morso nella sua bocca.
Una
volta che il nostro compagno d'armi avrà accettato il morso,
provvederemo a sistemare la testiera facendola passare con delicatezza
dietro le orecchie e stringendo il cinturino che passa sotto la gola del
cavallo (sottogola) avendo cura che tra la cinghia e la gola vi passino
almeno quattro dita. Se la testiera ne fosse provvista, stringeremo
anche il chiudibocca, il cinturino che passa sul naso del cavallo e si
chiude sotto il mento, e chegli impedisce
di passare la lingua sopra il morso e diventare ingestibile.
Dopo
la briglia, è la volta della sella. Anch'essa è fatta solitamente di
cuoio.
Prima
di mettere la sella avremo cura di posare sul dorso del nostro amico un
sottosella, una sorta di copertina spessa e imbottita che può essere
fatta in diversi materiali (lana o cotone, ma ve ne sono anche in
velluto) e che ha due funzioni: proteggere la sella dal sudore del
cavallo, che essendo leggermente acido indurisce e rovina il cuoio, e
proteggere la schiena del nostro destriero dal cuoio stesso della sella,
evitandogli noiose ferite da sfregamento (fiaccature) che oltre ad
essere molto dolorose sono anche lunghe da guarire.
Dopo
aver messo il sottosella, alzandolo leggermente nella regione del
garrese, vi appoggeremo sopra la sella, mettendola bene avanti, e con
delicatezza stringeremo poco alla volta il sottopancia, la striscia di
cuoio che fissa la sella e passa sotto la pancia del cavallo, subito
dietro le zampe anteriori.
Il
sottopancia si intende ben stretto quando tra la cinghia e il corpo del
cavallo riusciamo ad infilare due dita. Più stretto fiaccherebbe il
cavallo, più largo farebbe scivolare la sella di lato al nostro primo
tentativo di salita... con le conseguenze che possiamo immaginare.
Faremo attenzione che non vi sia rimasta pelle arricciata sotto la
cinghia, per non ferire o fiaccare il cavallo.
Se
abbiamo paura che la sella scivoli troppo all'indietro (con conseguente
pericolo ancora di fiaccatura... non
sembra, ma il cavallo è molto delicato) possiamo utilizzare un
pettorale, che aiuta a mantenere la sella nella giusta posizione.
Attaccate
alla sella vi sono gli staffili, due cinghie che reggono le staffe,
sorta di “pedane” su cui poggiano i nostri piedi quando siamo in
sella, fatte di diversi materiali, dal metallo, al legno, persino in
argento lavorato.
La
lunghezza delle staffe dipende essenzialmente da noi, e da come stiamo
comodi in sella. Le nostre gambe devono essere in grado di stringere i
fianchi del cavallo, ma allo stesso tempo dobbiamo essere in grado di
metterci in piedi sulle staffe (tecnicamente parlando, “metterci in
sospensione”) senza che il nostro bacino batta dolorosamente sulla
parte anteriore della sella.
PARTIRE,
VOLTARE e FERMARSI
Dopo
aver controllato ogni cosa, saremo pronti per montare.
Ci
sistemeremo dal lato sinistro del cavallo (questo sia per convenzione,
sia perchè il cavallo ci offre più volentieri il lato sinistro del suo
corpo, per una questione di lobi temporali del cervello. E' bene però,
in fase di doma ed addestramento, insegnare al cavallo ad essere montato
da entrambi i lati), con la schiena rivolta al suo muso.
Infileremo
il piede sinistro nella staffa e afferreremo le redini ed un ciuffo di
criniera; il cavallo non sentirà dolore, poiché tra i crini e le
terminazioni nervose, subito sotto la pelle, ha uno strato di grasso che
lo proteggerà anche se, per disdetta, dovessimo strappargli un paio di
crini.
Dopo
di ciò, con il piede destro rimasto a terra ci daremo la spinta e
facendo forza sulla gamba sinistra ci solleveremo e monteremo in sella,
infilando anche l'altro piede nella staffa.
Ora
siamo in sella. Un cavallo ben addestrato non si muoverà se non al
nostro preciso ordine di partire, ma per evitare eccezioni, specie se
montiamo cavalli esuberanti o giovani stalloni, accorciamo
immediatamente le redini nelle nostre mani, in modo da avere un
leggero contatto tra le nostre dita e la bocca del cavallo tramite le
redini.
Per
guidare un cavallo tramite le redini vi sono due modi: il primo è il
cosiddetto “all'inglese”, tenendo una redine in ogni mano.
Il
secondo è detto “alla western” o “da lavoro” (quello dei
cowboys americani o dei nostri butteri della Maremma) , in cui il
cavallo, che in questo caso si dice “smazzettato”, si guida tenendo
le redini con una mano sola.
Anticamente
si utilizzava quest'ultimo metodo, di modo che il cavaliere potesse
tenere in una mano le redini e lo scudo, e nell'altra la spada o la
lancia; il modo all'inglese è nato successivamente, quando montare a
cavallo è diventato uno sport oltre che un modo di spostarsi, di
combattere, di lavorare.
La
posizione corretta per stare in sella è la seguente: schiena diritta
con le spalle aperte, gomiti aderenti al busto, polsi uniti e vicini,
con i pollici rivolti verso l'alto (nel caso della monta inglese), mani
basse, vicino al garrese del cavallo.
Il
bacino è mobile, segue con naturalezza il movimento del cavallo. Le
gambe stringono leggermente i fianchi dell'animale, le staffe sono
infilate a livello della punta del piede, che viene portato leggermente
piegato verso l'alto, con i talloni in basso.
Per
dare al nostro amico l'ordine di muoversi, gli daremo semplicemente un
colpetto con i talloni, associando un leggero movimento in avanti delle
mani e un ordine vocale. Potremo dire “Vai” oppure “Hop...”
oppure schioccare la lingua, che è il metodo più usato e più
efficace.
Se
portiamo degli speroni, il tocco dovrà essere più delicato, poiché il
cavallo ci sentirà maggiormente.
Per
fermarlo, porteremo la schiena leggermente all'indietro, aprendo bene le
spalle e stringendo le gambe sui fianchi dell'animale. Puntare i piedi
nelle staffe non serve a nulla, poiché il cavallo si guida soprattutto
con le gambe ed il peso del corpo. Contemporaneamente, stringeremo le
mani e tireremo le redini, e il cavallo si fermerà.
Tireremo,
e non strattoneremo mai. Strattonare non serve, anzi è assolutamente
dannoso oltre che crudele nei suoi confronti: la bocca del cavallo è
molto delicata e gli strattoni fanno male: alcuni cavalli
particolarmente sensibili s'impennano e si rovesciano a terra, pur di
sottrarsi al dolore.
Per
ordinargli di girare, procederemo nel modo seguente.
Monta
all'inglese: Tireremo la redine corrispondente a dove vogliamo girare,
alleggerendo leggermente la tensione dell'altra.
Monta
da lavoro: porteremo la mano che stringe le redini nella direzione in
cui vorremo girare, destra o sinistra, mantenendoci rilassati.
In
entrambi i modi, la gamba corrispondente alla nostra direzione rimarrà
dove si trova, mentre quella opposta verrà portata leggermente
indietro, per far sì che il cavallo giri armonico, non a scatti con
conseguente rischio di perdita di equilibrio da parte nostra.
Per
scendere dal cavallo, lo fermeremo e toglieremo i piedi dalle staffe;
ruoteremo il busto in senso orario e solleveremo la gamba destra,
facendola ruotare verso sinistra, così come faremo ruotare il nostro
busto, piegandoci leggermente in avanti, e ci lasceremo scivolare a
terra alla sinistra del cavallo.
Come
si muove il cavallo? Al passo, al trotto, al galoppo:
PASSO
E'
un'andatura a quattro tempi, camminata, ed è la più lenta.
Ci
basterà dare l'ordine di partenza, e poi seguire i movimenti della
schiena del cavallo con il bacino.
TROTTO
E'
un'andatura a due tempi, saltata. E' più veloce del passo, ed è quella
in cui, le prime volte che montiamo a cavallo, abbiamo più difficoltà
a mantenere l'equilibrio.
L'importante è non arrendersi e cercare di muoversi in sintonia con i
movimenti del nostro compagno d'armi. Quando siamo al passo, ci basterà
toccare ripetutamente il costato del cavallo con piccoli colpetti di
talloni, o con un paio di colpi decisi se non mostra di collaborare, e
contemporaneamente usare la voce, come descritto prima. Rimarremo
tranquillamente seduti, con le spalle ben aperte e il bacino rilassato,
e saremo sempre attenti a non eccedere mai nello spronare un cavallo che
obbedisce velocemente ai nostri ordini, né a farci prendere in giro nel
caso non avesse voglia di lavorare.
GALOPPO
E'
l'andatura più veloce. E' in tre tempi, più un tempo in cui il cavallo
sta staccato dal terreno con tutti e quattro i piedi, e vista da fuori
può sembrare una serie di piccoli balzi.
Dobbiamo
anche questa volta restare seduti con la schiena diritta, e mettendoci
al trotto, toccare ancora il cavallo con i talloni, associando il
comando vocale, fino a quando non romperà al galoppo.
Ricorderemo
sempre che un cavallo non è una qualche sorta di strano macchinario con
cui andiamo in giro, ma una creatura vivente: è molto difficile (se non
in casi di cavalli addestrati specificamente a farlo, oppure in caso di
cavalli da corsa) che passi da una condizione di stasi al galoppo
sfrenato senza passare dal passo e dal trotto, e viceversa, non è
verosimile che passi dal galoppo sfrenato all'essere fermo senza
un'opportuna manovra di rallentamento.
TRUCCHETTI
del MESTIERE
Può
invece capitare che un cavallo per qualche motivo, paura, dolore o
rabbia s'impenni, ovvero si alzi in piedi sulle zampe posteriori
staccando gli anteriori dal terreno. E' un gesto molto pericoloso, e se
non stiamo attenti e agiamo nel modo corretto è molto facile cadere.
Molleremo
immediatamente le redini, lasciandole lunghe e portando la schiena in
avanti verso il collo del cavallo. Non dovremo assolutamente strattonare
le redini poiché il nostro amico approfitta dell'appoggio che gli diamo
sul morso per tirarsi su; più tiriamo più s'impenna, e potrebbe
arrivare a perdere l'equilibrio e rovesciarsi all'indietro, cadendo
sopra di noi.
Dopo
aver mollato le redini, lo sproneremo con decisione ad andare avanti; il
cavallo, non trovando appoggio, si rimetterà sulle quattro zampe e noi
ci risparmieremo una caduta. Fatto ciò, carezziamolo e parliamogli con
voce dolce, per tranquillizarlo e rassicurarlo.
Se
invece gli abbiamo insegnato ad impennarsi a comando, non dovremo fare
altro che dare l'ordine e portarci in avanti con la schiena, senza
tirare le redini. Il cavallo farà tutto da solo.
E
se avessimo la necessità di saltare un qualche ostacolo che troviamo
avanti a noi, ad esempio un piccolo tronco?
Porteremo
il cavallo al trotto, o al piccolo galoppo, cercando di avvicinarci
all'ostacolo in modo da saltarlo più al centro possibile. Al momento
del salto ci solleveremo in piedi sulle staffe e premeremo i talloni sul
costato del cavallo, in modo da assicurargli che vogliamo proprio che
salti. Lo inciteremo schioccando la lingua e non tireremo le redini per
stare in equilibrio. Piuttosto, afferriamoci ad un ciuffo della
criniera. Guarderemo in avanti e non l'ostacolo perchè rischiamo in
questo modo di portare il peso del nostro corpo troppo in avanti e
sbilanciarci, e lasceremo che faccia tutto lui.
Durante
il salto porteremo le mani in avanti per agevolare il nostro amico, e
una volta superato l'ostacolo, ci rimetteremo seduti.
Affronteremo
le strade in discesa al passo, portando la schiena ben indietro, e ci
fideremo del nostro cavallo, che penserà da solo a dove mettere i
piedi. Non tireremo in alcun modo le redini, ma anzi le lasceremo
morbide, in modo da disturbare sua
bocca il meno
possibile. Guarderemo dritto avanti a noi, non in basso.
Discorso
inverso per le salite. Le affronteremo a velocità sostenuta, al
galoppo, sollevandoci sulle staffe per lasciare alla groppa del nostro
amico la maggiore libertà possibile, e porteremo la schiena bene in
avanti, accorciando leggermente le redini e tenendoci ad un ciuffo della
criniera, per non rischiare di perdere l'equilibrio e cadere
all'indietro sulla sua schiena, dando un colpo doloroso di cui il
cavallo non ha assolutamente bisogno in questo momento in cui deve stare
concentrato.
Ora
sappiamo come si monta in sella, si guida e si ferma il cavallo... ma
come possiamo prenderci cura di lui una volta che abbiamo finito il
nostro lavoro?
DOPO
il LAVORO
Dopo
essere smontati, sfileremo le redini del collo del cavallo tenendole con
una mano e lo porteremo nel suo recinto, nella scuderia, o in uno spazio
adibito alla pulizia dei cavalli.
Toglieremo
la sella, riponendola con cura perchè non si rovini (una buona sella
non costa poco, anzi) e toglieremo la testriera, infilando al nostro
cavallo una capezza, ovvero un accessorio simile alla testiera ma senza
morso né redini, che viene infilato sulla testa del cavallo e attaccato
ad una corda, o longhina, che ci permette di portarlo in giro senza
tirarlo per il morso.
Legheremo
la longhina ad un palo o ad un apposito anello, e ci occuperemo della
sua pulizia, la strigliatura.
Non
legheremo mai il cavallo al palo o all'anello per le redini; se per
qualche motivo si dovesse spaventare comincerebbe a tirare per liberarsi
facendosi molto male alla bocca; inoltre, il molto dolore lo farebbe
cadere nel più completo panico, rendendo molto difficile e rischioso il
liberarlo e il calmarlo.
La
strigliatura verrà effettuata con le apposite spazzole: la striglia, un
attrezzo di metallo con cui passeremo energicamente tutto il corpo del
cavallo, gambe e pancia compresi, contropelo (non nel senso del pelo, o
rischieremo di ferirgli le pelle), e poi la brusca, una spazzola rigida
con cui toglieremo i residui di pelo morto e sporcizia sollevati dalla
striglia. Dopo di ciò, pettineremo la criniera e la coda e lo
riporteremo nel suo recinto, o nel suo spazio. Le operazioni di pulizia
sono necessarie non solo per mantenere il cavallo pulito, in salute e
bello, ma soprattutto perchè si approfondisce il rapporto e la
confidenza che abbiamo con il nostro compagno d'armi.
Potremo
ringraziarlo per averci portato sulla schiena carezzandolo dolcemente
sulla fronte o sul collo e parlandogli a voce bassa e suadente, oppure
potremo dargli qualche leccornia: una mela, delle carote, o qualche
altra cosa che sappiamo che lui adora. Anche gli zuccherini vanno bene,
ma essendo molto dolci, non bisogna esagerare.
Nello
spazio dedicato al nostro compagno d'armi non deve mancare un bel
secchio di acqua sempre fresca e pulita (i cavalli non bevono l'acqua
sporca, e se non bevono rischiano gravi coliche, che possono portare
anche alla morte), e lo spazio in cui poniamo il suo cibo dev'essere
pulito e asciutto.
I
cavalli mangiano l'erba fresca se sono in un prato, scegliendo da soli
che cosa brucare; se sono in uno spazio chiuso, mangeranno fieno con una
piccola aggiunta di granaglie, quali avena e orzo. Molto gradite sono le
verdure fresche, compresa l'insalata, e la frutta.
Dobbiamo
fare attenzione alla qualità del cibo che diamo al nostro cavallo: il
fieno, portata principale dei suoi pasti, deve essere ben secco, di
colore verde, molto profumato, del tutto privo di polveri o parti marce,
per evitare l'attecchimento di muffe dannose che possono minare
seriamente, a lungo andare, la sua salute.
Le
granaglie dovranno essere secche,profumate, e prive di polvere.
Un'ultima
raccomandazione riguarda la sella, il sottosella e la testiera: devono
essere sempre pulite per evitare di essere rovinate o di fiaccare il
cavallo.
Quindi,
prima di riporre ogni cosa al suo posto, puliremo con un panno umido
sella e testiera, e le ammorbidiremo con il grasso apposito per il
cuoio.
Al
sottosella invece daremo una energica spazzolata per togliere sporcizia
e peli morti, e lo laveremo sovente con acqua e sapone.
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